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1931André Laug nasce il 29 dicembre a Gravelines, piccola città francese sul Mare del Nord, tra Dunkerque e Calais, da una famiglia borghese. Scopre la vocazione per la moda a quindici anni. Fedele al taglio rigoroso e alla linea che disegna in modo netto le spalle e il punto vita, Laug può essere definito oggi l'inventore del vestito-tipo nel senso storico del termine
(Foto ©André Laug).
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1949Uscito dal collegio e non volendo intraprendere la carriera di avvocato, come i suoi genitori avrebbero voluto, Laug si dedica per due anni all'insegnamento.
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1956Militare in Algeria nei due anni precedenti, Laug rientra a Gravelines e lavora come istruttore militare, poi presso una ditta di import-export.
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1958A ventisette anni, Laug decide di tentare l'avventura della moda a Parigi, e lì si trasferisce, incoraggiato dall'amico giornalista Lucien François. A Parigi incomincia a realizzare i suoi primi disegni come stilista, presso la casa di moda Raphaël, sartoria specializzata nella lavorazione dei tailleurs che aveva sede in un immobile in Avenue Georges V dove, l'anno dopo, al posto di Raphaël si stabilì Givenchy. Il talento di Laug si impone soprattutto sui tailleurs lineari, che lo renderanno celebre. Da Raphaël, lo stilista francese impara tutta l'organizzazione di una casa di Alta Moda.
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1960Dopo due anni e mezzo, Laug lascia Raphaël per Nina Ricci, dove collabora con Jules-François Crahay (poi designer di Lanvin dal 1964 al 1984), per la prima collezione Primavera/Estate "Mademoiselle Ricci" del 1961, concepita appositamente per gli Stati Uniti.
Nella foto: Due bozzetti di modelli del 1960 (©André Laug)
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1962Dopo alcune incomprensioni con Crahay, André Laug lascia Nina Ricci, soddisfatto, tuttavia, di essersi impadronito della competenza che più conta nella moda: la sensibilità conoscitiva dei tessuti. Per un anno collabora con Philippe Venet (master taylor di Givenchy), che poi lo presenta a Courrèges, già considerato l' ”architetto” della moda francese negli anni in cui Oltralpe si forgia una nuova cultura del vestito, largamente ispirata al modello anglosassone. Da André Courrèges, suo maestro prediletto assieme a Coco Chanel, apprende il concetto moderno della moda, il rigore delle forme semplici e lineari con le quali poi si imporrà negli anni a seguire.
Nella foto: L'attrice e modella Marisa Berenson in un modello Courrèges degli anni Sessanta (Foto di André Carrara).
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19Il 2 dicembre Laug si trasferisce a Roma, chiamato come designer dalla sartoria di Maria Antonelli. Vi rimane quasi cinque anni, disegnando nove collezioni di Haute Couture e sei di prêt-à-porter.
Nella foto: Un modello di Laug per Antonelli del 1966 (Foto ©André Laug).63
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1968Il desiderio più forte è di aprire una casa di moda tutta sua: Laug si prepara disegnando una collezione prêt-à-porter per Firenze (Pitti) e una per Parigi. La Camera della Moda di Roma gli concede uno spazio (non proprio comodo) nel calendario delle sfilate: il 20 luglio alle 8.15 del mattino. Nonostante l'orario, la sala è gremita e la prima collezione A/I di Haute Couture riscuote un grande successo. Con l'occasione, grazie al sostegno di Susy Gandini dell'omonima casa di tessuti (definita dai giornali francesi “une femme italienne très parisienne"), Laug inaugura il suo atelier in Piazza di Spagna. Questa data indica l'ingresso ufficiale nella moda italiana dello stilista, segnato da un genio particolare, quello di saper esaltare il corpo femminile vestendo le donne in modo misurato, corretto e “pulito”.
Il successo si ripete con le collezioni seguenti di prêt-à-porter e di alta moda, in un continuo crescendo: il mondo s'innamora del “parigino di Roma”. E Vogue gli dedica uno spazio sul numero di settembre.
Nella foto: Completo-pantaloni bianco, marrone e ruggine, stampato astratto a cerchi (Foto di Tony Kent, ©Vogue-Condé Nast).
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1969Già dalla prima linea couture dell'anno, nascono importanti accordi con i più noti compratori stranieri, tra cui Elizabeth Arden, Bergdorf Goodman e Saks Fifth Avenue: André Laug è presente in tutte le più importanti boutiques d'Europa. Martha Phillips, la grande buyer americana, lo introduce negli Stati Uniti. Laug diventa uno degli stilisti di riferimento di Audrey Hepburn – alla quale dedica una delle linee del prêt-à-porter, la “Audrey” - e di tantissime attrici e socialite internazionali che affollano il suo atelier. Le indossatrici più famose sfilano per lui: il designer anticipa di un decennio il fenomeno di starification delle top model.
Nella foto: la modella Linda Morand per Laug (Foto di Bob Krieger).
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1970Vogue America e tutti i più importanti giornali del mondo dedicano le copertine ad André Laug. Dopo i suoi celebri tailleurs, lo stilista lancia le blouses, camicie femminili e leggere, che spuntano con grazia dai colli delle giacche, e sono vendute in America a 2.500 dollari. “Gli abiti delle donne – osservava – si notano soprattutto quando sono sedute a tavola”. Ed è per questo che Laug concentra la sua attenzione su colli, maniche e scollature. Procedendo come sempre in controtendenza: nell'anno delle contestazioni contro la guerra in Vietnam, nell'anno in cui viene approvata la legge che introduce il divorzio e la donna è immaginata da tutti gli stilisti con sobrietà, praticità e rigore geometrico, il designer cerca invece la morbidezza, sia pure asciutta. Lo rappresenta al meglio Ira Fürstenberg, che posa per lui su Vogue di luglio.
Nella foto: La principessa Fürstenberg in due abiti di André Laug (Foto di Elisabetta Catalano, ©Vogue-Condé Nast).
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1971Rigore ma anche trasgressione nelle collezioni Primavera/Estate e Autunno/Inverno di Alta Moda. E per il prêt-à-porter di “André Laug Bis”, il designer inventa gli shorts bordati di frange, indossati su Vogue di aprile da Paola Punturieri, sorella di Marina Ripa di Meana.
A sinistra, piccola tuta scamiciata di crespo nero con frange che danzano sopra il ginocchio (Foto di Gianni Turillazzi, ©Vogue-Condé Nast). A destra, abito lungo in lana gialla con giacca blouson dello stesso tessuto (©André Laug).
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Lo stilista disegna e avvia la produzione dei tessuti Laug, che verranno poi usati in esclusiva per le collezioni di Alta Moda (Foto©André Laug).
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1972Dopo la blusa, il fiocco: André Laug lo lancia nelle collezioni del 1972, è il simbolo del suo nuovo linguaggio, stilizzato e ultrafemminile allo stesso tempo, e serve ad addolcire la linea dei completi pantaloni. Al designer, che ormai trionfa sulle passerelle di tutto il mondo, Vogue dedica un lungo servizio fotografico firmato da Oliviero Toscani nel numero di settembre.
A sinistra: Le giacche di lana double-face assomigliano a camicie, fatte per scomparire dentro giacconi di volpe. A destra, due strati di tulle nero a righe rosa e azzurre per creare un effetto evanescente di quadri: gonna ricchissima, maniche gonfie, corpino minuto indossati dalla top model Barbarella, assistita dallo stylist Olivier (che prenderà le redini dell'atelier alla morte di Laug) e dal designer, in bianco (Foto di Oliviero Toscani, ©Vogue-Condé Nast).
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E' l'anno della robe de mariée: l'abito da sposa Laug è originale e prezioso. Le acconciature sono romantiche. Lo stylist Olivier crea, d'accordo con André Laug, delle reti di raffia per raccogliere i capelli in un pesante volume che scende sulle spalle, e le declina anche in strass, stelle o perline.
Nella foto: abito da sposa bianco in organza con applicazioni e righe lamé argento (©André Laug).
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1973André Laug diventa lo stilista preferito delle socialite nazionali ed internazionali. Tra le sue clienti in questi anni ci sono Audrey Hepburn, le First Ladies americane Jackie Kennedy e Barbara Bush, Lee Radziwill, Diana Ross, Kathy Hilton, l'imprenditrice Estée Lauder, Carrol Baker, Ira Furstenberg, Mia d'Acquarone et de Riencourt, Anna e Alice Bulgari, Margareth Trudeau, Helietta Caracciolo, Mrs. Campbell (proprietaria dell'omonimo brand americano), Rossella Falck, Paulette Goddard, Capucine e tante altre.
Dalle sfilate la donna Laug esce con una femminilità al più alto livello, sofisticata e lussuosa: “Tutto il contrario di come si veste la maggior parte delle donne per la strada – ammonisce il designer sulle pagine di Vogue - Il fatto che devono muoversi, lavorare, che hanno fretta, non è una giustificazione valida per il loro modo trasandato di vestire. La trascuratezza è solo un paravento per la pigrizia fisica e morale”.
Nella foto: Audrey Hepburn Dotti fotografata l'8 ottobre 1973 al ricevimento di nozze della principessa tedesca Teresa di Sayn-Wittgenstein-Sayn con il conte spagnolo Luis Quintanilla. Audrey indossa un abito da sera a pois in seta della collezione Laug P/E 1973 (Dall'account Tumblr “The fashion of Audrey”).
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19Le collezioni del 1974 sono ispirate alla Russia degli Zar. Ricchezza e sobrietà restano le chiavi del successo dello stilista, che crea abiti semplici che esaltano la personalità di chi li indossa. Come dimostra il servizio dedicato al “parigino di Roma” - sempre più richiesto dalle nobildonne capitoline - su Vogue di dicembre. “Ogni volta che a New York indosso un abito scelto a Roma da Laug, sono sommersa da un fiume di complimenti”, testimonia Anna Bulgari.
A sinistra, Anna Bulgari indossa una gonna nera di taffetà plissé a doppia balza della collezione “Zarina”. Al centro: milioni di pagliuzze colorate brillano sul tessuto nero per l'abito di donna Lidia Cesarini Sforza (Foto di Elisabetta Catalano, ©Vogue-Condé Nast). A destra: l'attrice statunitense Barbara Bach in un abito da sera di Laug (Foto di Adolfo Tomeucci, ©Vogue-Condé Nast).74
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1975E' l'anno dei cambiamenti: in Italia si fa strada il compromesso storico, dall'Inghilterra arrivano le nuove tendenze punk. La moda replica con abiti più aggressivi. Cos'è la femminilità nel 1975? “Un profumo che dopo i primi toni languidi e dolci si sta arricchendo di note sempre più dinamiche, pungenti, vagamente maschili” – racconta Vogue sul numero di settembre. E Laug risponde alla sfida realizzando lo smoking. “Ora che si sta celebrando l'anno della donna – annuncia - io voglio sottolineare questo profumo della femminilità moderna: contraddittorio, sottile e tanto più provocante di ieri”. Vogue gli dedica il servizio di apertura sul numero di settembre, firmato dal celebre fotografo britannico David Bailey. Sua moglie, l'indossatrice Marie Helvin, poserà per Laug.
Nella foto: Revers maschili larghi e appuntiti, tutti ricamati di paillettes nere e profilati di strass. Al posto del classico garofano all'occhiello, un ricamo di strass a forma di cristallo di neve (Foto di David Bailey, ©Vogue-Condé Nast).
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1976A New York, nella Libreria Rizzoli in Fifth Avenue, Roberto Polo e Diana Vreeland, storica direttrice di Vogue America, organizzano una mostra di “moda creativa”. I fashion designers e gli artisti invitati da tutto il mondo sono presenti con opere realizzate o scelte in esclusiva per la mostra. A rappresentare l'Italia soltanto Pino Lancetti, Valentino e André Laug. Che a luglio presenta le collezioni 1976 di “alta moda pronta” (prêt-à-couture realizzato a mano ma su taglia) in un set allestito da Vogue accanto ad opere di Michelangelo Pistoletto (il servizio è di Norman Parkinson). E continua sulla strada della semplicità dandy imboccata la stagione precedente, per addolcire quella che il designer chiama “une certaine femme”, alludendo ai personaggi di Françoise Sagan. Senza rinunciare a destrutturare la “perfetta bellezza mediterranea” di Ornella Muti, che su Vogue di dicembre indossa un abito lungo in seta e taffetà realizzato per lei dal designer francese.
Foto in alto: chemisier superlungo e top micro (Foto di Norman Parkinson, ©Vogue-Condé Nast). In basso a sinistra: gessato gigante rosso su sfondo bianco per il vestito di seta e il sobrabito di lana double (Foto di David Bailey, ©Vogue-Condé Nast). In basso a destra: abito nero con scollatura ornata da volant (Foto di David Bailey, ©Vogue-Condé Nast).
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1977Sono passati soltanto due anni dal lancio dello smoking al femminile e da una certa ispirazione della moda al taglio maschile. Ma il mondo e l'Italia sono cambiati e, di fronte all'inasprirsi dei conflitti sociali (è tra il 1977 e il 1980 che le Brigate Rosse intensificano gli atti terroristici colpendo magistrati, giornalisti e imprenditori), la moda reagisce con una volupté romantica che addolcisce tutte le linee.Senza mai abbandonare la silhouette nitida e rigorosa su cui ha definito il proprio successo, André Laug ingentilisce il suo stile proponendo per la Primavera/Estate 1977 classici di lusso più morbidi e anche più colorati.
Nella foto: completo con gonna longuette plissé di André Laug Boutique (©André Laug).
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1978La novità della stagione è il marabù, usato da André Laug per dare un tocco di glamour alla sua collezione, ribattezzata “Chic Look”. Una collezione che contamina anche gli abiti realizzati dal designer per il film italo-francese Il Vizietto (“La cage aux folles”), ideati dal costumista Piero Tosi, che si aggiudica la nomination agli Oscar nel 1980. E lo stilista vola in America per presentare le collezioni alla sempre affezionata clientela americana.
A sinistra: abito da sera argento e marabù bianco (©Vogue-Condé Nast).
Al centro: pagina pubblicitaria di Laug con Elizabeth Arden su Vogue USA (©André Laug).
In basso: l'abito scelto da Piero Tosi e Ambra Danon e indossato dall'attrice Luisa Maneri, che nel film interpreta la parte della moglie di un politico francese conservatore (©EnricoQuinto on Instagram).
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André Laug celebra i suoi dieci anni di attività in Italia con un elegantissimo party a Milano cui accorrono moltissimi compratori americani e la stampa internazionale. L'azienda è cresciuta e conta in questi anni oltre cento dipendenti a tempo indeterminato, che di Laug ricordano la correttezza e la generosità nella distribuzione dei carichi di lavoro, il rispetto rigoroso degli orari di servizio e delle mansioni individuali, in tempi in cui il lavoro non era ancora rigidamente regolamentato.
A sinistra: il carnet di Vogue sul party di Laug a Milano (©Vogue-Condé Nast).
A destra: Marisa De Santis, la storica première che lo stilista francese ha portato con sé dalla sartoria Antonelli e che lo ha accompagnato fino alla fine
(©André Laug).
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19E' l'anno della grande rivincita di Laug, campione delle linee costruite e dandy. Dalle nuove sfilate di Roma, tutte all'insegna della silhouette ritrovata, la donna di Laug emerge come la più sottile e nitida. La collezione Primavera/Estate insiste sul motivo delle punte e sul bianco e nero. Si avvicinano gli anni 80.
A sinistra: abito nero dalla linea sottile in passerella a marzo. A destra: André Laug abbracciato dalle modelle al termine del défilé (©André Laug).79
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1980Il successo di Laug sul mercato internazionale, in particolare negli Stati Uniti, è ormai conclamato: lo stilista apre in Via Fuga, a Roma, un terzo laboratorio dedicato esclusivamente alla produzione per l'estero e alle esportazioni, che si va ad aggiungere a Piazza di Spagna 81 (Haute Couture e taglio del prêt-à-porter) e Via della Croce 76 (boutique e produzione del prêt-à-porter). In passerella linee sobrie e dettagli leziosi, formula collaudata dal francese dell'alta moda italiana.
Nella foto: abito lungo nero in gazard di seta. Sul bustino un'applicazione di pizzo bianco (Foto di David Bailey ©Vogue-Condé Nast).
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1981
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Il mondo cambia con l'elezione, il 20 gennaio, di Ronald Reagan alla presidenza degli Stati Uniti d'America. E nella moda irrompe l'edonismo, la ricchezza e la ridondanza. Senza rinnegare la sobrietà, sua cifra stilistica, Laug gioca a destabilizzare il proprio rigore puntando sulle asimmetrie. Per la Primavera/Estate sviluppa una collezione d'autore, dove trionfa la robe-manteau, ingentilita da dettagli tipici della mano di Laug: pieghe delle gonne asimmetriche, uso di colletti vaporosi punteggiati da papillons, collarettes pieghettate e uso abbondante di pizzo. Le americane, che già facevano follie per gli chemisiers di Laug, si entusiasmano ora della novità riportata in passerella dallo stilista francese, celebrato su Harper's Bazaar di marzo.
Nella foto grande in alto: abiti senza spalline per la sera in lungo (Foto di Arthur Elgort, ©André Laug). A destra: le robe-manteau per la primavera e l'autunno (Foto di Bill Connors, ©Harper Bazaar-Hearst).
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1982Laug trionfa sulle passerelle internazionali. Ed è “la disperazione della stampa cui non fornisce l'esca per scrivere qualche ovvietà, e la delizia delle clienti che vogliono essere eleganti senza mai essere noiose”, scrive Vogue a marzo. La rivista gli dedica un lungo servizio fotografico di Arthur Elgort, interpretato dalla famosa indossatrice Susan Hess (accompagnata dai suoi agenti Jerry ed Eileen Ford, sbarcati in Italia per conoscere “il parigino di Roma”).
Susan, ma anche Pat Cleveland, Margaret Donahoe, Linda Evangelista, Jerry Hall, Brooke Shields, Iman e una giovanissima Uma Thurman: le protagoniste degli shooting di André Laug sono le top model più famose al mondo. E a settembre è il grande fotografo Helmut Newton a firmare un racconto di Natalia Aspesi, sempre su Vogue, dedicato alla donna contemporanea. Ancora una volta, vestita Laug.
Nella foto: Susan Hess con André Laug in atelier durante lo shooting. La modella indossa un abito al ginocchio in crêpe de Chine di seta blu e rose rosa (©Vogue-Condé Nast).
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1983Una collezione “femminile al novantacinque per cento”, annuncia André Laug presentando i suoi abiti di alta moda all'inizio dell'anno. Il restante cinque per cento è rappresentato da alcuni tessuti maschili come il principe di galles. Dettagli favoriti: il volant rigido, il pizzo macramé, il fiocco.
Nella foto: L'attrice e modella americana Jerry Hall, all'epoca moglie di Mick Jagger e oggi fidanzata del magnate Rupert Murdoch, con un abito da sera nero (Foto di Barry Mc Kinley, ©Vogue-Condé Nast).
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1984Laug porta l'arte in passerella e sfila con quattro modelli ispirati a Matisse. Saranno rielaborati e riproposti 25 anni dopo, sempre dall'omonimo brand. Lo stilista è all'apice del suo successo.
A sinistra: il modello “Matisse” in passerella. A destra: lo sketch disegnato dallo stilista (©André Laug).
In basso: André Laug (©André Laug).
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Ma il 16 dicembre André Laug muore improvvisamente, a soli 53 anni a Roma, stroncato da un infarto. Il mondo della moda piange il “parigino di Roma” che, nemico di ogni stravaganza, aveva tentato di imporre alla Haute Couture l'allure sofisticata e scarna di taglio e misura francese.
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1985Lo stylist Olivier (Giancarlo Rossetti) assume la presidenza della società. “Non sono uno stilista - afferma - anche se ovviamente sono capace di fare una blouse, ma un imprenditore”. Olivier chiama a lavorare con sé Laura della Croce di Dojola, già cliente del designer francese, e costituisce una squadra di tre designers e due Pr: preservare il brand Laug diventa la loro missione. Il Maître non lascia soltanto un' équipe devota ma un atelier, i laboratori, uno staff e un archivio da far impazzire i connaisseurs. La sua eredità è questa: un marchio celebrato su tutti i giornali americani, i suoi abiti indossati dalle più famose modelle internazionali e un posto nell'Olimpo dei classici, con i quali ha spiccate affinità, come Coco Chanel. “Monsieur Laug ha sempre fatto stile, più che moda, i suoi tailleurs e mantelli si possono portare una vita, come un impermeabile classico. La strada che ci ha indicato è così precisa che ci sembra di non poter sbagliare”, dichiara una sua collaboratrice. L'azienda, forte di 83 collezioni di Alta Moda e pret-à-porter di lusso, riparte dalla mole di sketches, oltre 7.000, lasciati dallo stilista.
Nelle foto: alcuni dei bozzetti lasciati da André Laug (©André Laug).
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19A settembre, Vogue racconta la terza collezione presentata dopo la scomparsa del sarto. “Una considerazione s'impone: André Laug ha lasciato un copione perfetto a un' équipe decisamente all'altezza del proprio compito. Il famoso stile preciso e inappuntabile del designer, rivive ogni stagione. La donna di André Laug si distingue per la sua femminilità”.
Nella foto: abito in seta con strascichi e drappeggi per la collezione dell'estate (©Vogue-Condé Nast).86
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1987From the vast collection of sketches left by André Laug, the founder’s successor, Olivier, developed a collection marked by a softer look with delicate femininity. He announced a line similar to their prêt-à-porter, dedicated to the late French designer: “André was an extraordinary creative, a man with an enormous dignity and an extreme sense of respect toward others,” he told Vogue, who interviewed him for their March issue. Meanwhile the brand began establishing itself in the Middle-East.
In the photo: a cashmere cloak created for the F/W collection (©Vogue-Condé Nast)
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1988Il nuovo prêt-à-porter di André Laug si avvicina sempre di più a un prodotto di lusso, quasi di Alta Moda. La casa lancia una nuova linea di abbigliamento femminile a un prezzo più accessibile rispetto alla linea principale: la “André Laug Chic”, distribuita a circa 230 boutiques in Europa. Giappone e Nord America, invece, restano i mercati più importanti della Haute Couture. Il brand continua ad essere rappresentato dalle top model più famose, come Linda Evangelista. Che su Vogue dà la sua straordinaria interpretazione di una linea Laug sempre più contemporanea.
Nella foto: Linda Evangelista con un impermeabile di taffettà microfantasia (©Vogue-Condé Nast).
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1989Cade il muro di Berlino. E nel mondo della moda esplode la libertà, il superfluo, il di più. La donna Laug è provocante, lascia la schiena scoperta e la mette in evidenza con un grande fiocco.
Nella foto: Fourreau di seta fotografato sulle pagine di Vogue (©Vogue-Condé Nast).
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19Il marchio Laug irrompe sul piccolo schermo: la Maison realizza l'abito giallo dell'interprete dello spot televisivo dei cioccolatini Ferrero Rocher, Lee Skelton Borghese. Una pubblicità che in Italia fa subito boom: resterà sugli schermi fino al 1998.
Nella foto: backstage delle riprese dello spot Ferrero-Rocher (©André Laug).90
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1991La Maison Laug lancia per la collezione Autunno/Inverno 1990-91 una collezione di 58 capi dedicata a “le signore in Rolls”: mantelli in double, blouses di velours-chiffon color argento e gran sera con maniche lunghe e marabu.
Tre nuove tappe di André Laug: a Seul da “Mister Kim”, a Londra da “Place Vendome” e a Sidney da “Le Louvre”.
Nella foto: i bozzetti della collezione A/I 90-91 (©André Laug).
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1995La Maison Laug continua a raccogliere successi in tutto il mondo. In passerella a Roma per la presentazione delle collezioni Primavera/Estate, accanto agli inossidabili tailleur, abiti a fiori con 16 metri di plissettato, vestiti double face e da sera, camicette di chiffon foderate in cady di seta, vendute a tre milioni di lire nelle boutique di New York, Washington, Palo Alto, Houston e Palm Beach. "Siamo rimasti i soli, con Yves Saint Laurent, a poterci permettere simili cifre. Piuttosto che vendere un capo a un milione preferirei ingoiarlo", afferma Olivier, l'erede di Laug.
Nella foto: abito vintage di collezione (©André Laug).
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1999Gli States restano il punto di riferimento della Maison Laug: sulle passerelle sfilano pantaloni ampi, scintillanti di oro e argento, che ricordano l'America di Cotton Club. Atmosfere jazz anche per gli abiti in lamé. Boom di ordini da oltreoceano.
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20Il rigore di André Laug, combinato all'estro di Olivier, continua a imporsi sulle passerelle.
Nella foto: le indossatrici con Olivier al termine della sfilata Haute Couture di luglio (©André Laug).00
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2005Lo stylist Olivier, che per vent'anni ha reinterpretato André Laug, muore a Roma. La Maison raccoglie gli insegnamenti del fondatore e di Olivier, mantenendo l'impronta di sempre (Foto ©André Laug).
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2009La maison André Laug torna, dopo vent'anni, a Piazza di Spagna (Foto ©André Laug).
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20Laug riparte da Laug: a rappresentare la Maison è Laura della Croce di Dojola. A oltre quarant'anni dalla nascita, il brand continua a riscuotere consenso in Italia e all'estero. Oltre agli abiti di Haute Couture, il fiore all'occhiello è la robe de mariée: la Maison insiste sul rigore e sulla femminilità degli esordi. E non sbaglia.
Nelle foto: la sposa di Laug (©André Laug).14
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20L'atelier si trasferisce in Rampa Mignanelli (Foto ©André Laug).15
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2016La nuova collezione celebra la donna wordly, che indossa lo chic più come atteggiamento che come abito. Una viaggiatrice che porta il suo stile e il suo essere contemporanea, ma senza tempo, in giro per il mondo.
Nella foto: le modelle Edmée di Robilant e Denisa Kucik indossano due abiti da sera della collezione Primavera/Estate (©André Laug).